28/02/2022

IL CONTANTE IN ITALIA NEL 2021

Abstract

La propensione all’uso del contante in Italia ha registrato un calo durante la pandemia, ma nel 2021 ha progressivamente recuperato fino a tornare molto vicina ai livelli preesistenti.

La situazione epidemiologica del 2021

Il 2021 è stato l’anno della transizione dallo stato di emergenza di fatto alla fase di coesistenza con la pandemia. Dal punto di vista epidemiologico l’Italia ha iniziato l’anno con un’importante ondata epidemica che ha registrato il suo picco a fine marzo, ed una successiva rapida discesa dei contagi. L’insorgenza in aprile della più contagiosa variante Delta, tuttavia, ha mantenuto tutti gli indicatori del contagio (infezioni, ricoveri e decessi) a livelli più alti rispetto al 2020, comunque molto al di sotto della soglia di guardia. L’estate si è conclusa con una risalita dei contagi anticipata rispetto al 2020, un modesto picco a inizio settembre seguito da un’ulteriore risalita a novembre fino a una vera e propria esplosione di casi a dicembre a causa della diffusione della variante Omicron. Tuttavia gli effetti dei contagi da aprile in poi sono stati mitigati dalla sempre più diffusa immunizzazione grazie al successo della campagna vaccinale, e l’impatto più modesto del gran numero di contagi in termini di pressione ospedaliera ha consentito di evitare l’emanazione di misure particolarmente restrittive per i vaccinati (il 4 novembre l’80% della popolazione over 12 aveva ricevuto almeno una dose, quasi il 90% al 31 dicembre). Geograficamente rispetto al 2020 l’epidemia ha colpito in modo più uniforme il territorio nazionale, per questo motivo la nostra analisi si concentrerà sui dati nazionali e non su quelli delle singole regioni.

Regole e restrizioni applicate nel 2021

Dal punto di vista normativo l’anno è iniziato con il coprifuoco attivo dalle 22:00 alle 5:00, con il divieto di spostamento tra regioni e la chiusura di palestre, cinema, teatri e impianti sciistici. Il sistema di divieti per zone ha comunque in breve tempo determinato la chiusura di bar e ristoranti in tutte le regioni all’approssimarsi del picco di fine marzo. Tali restrizioni sono state in seguito allentate il 22 aprile.

Successivamente sono stati modificati i criteri di appartenenza delle regioni alle zone di rischio, considerando la pressione ospedaliera e non più il numero di contagi, questo ha permesso alle regioni di evitare l’ingresso in zone in cui siano previste chiusure diffuse. Di fatto da maggio in poi tutte le attività sono rimaste operative (ad eccezione delle discoteche nell’ultima parte di dicembre).

Va inoltre riportato che il nuovo governo non ha riconfermato il cashback di stato del dicembre 2020, misura che è stata del tutto eliminata nel secondo semestre 2021.

La nostra analisi

Con queste premesse analizziamo l’andamento del contante in Italia nel 2021, confrontandolo con il 2020 e con la situazione di normalità rappresentata dal 2019.

I dati si riferiscono ai clienti che hanno utilizzato la piattaforma Knox dal 2019 in poi, corrispondenti a più del 67% del comparto bancario italiano in termini di numero di filiali, senza quindi considerare i clienti acquisiti successivamente che farebbero salire la quota di mercato all’82%.

Come analizzato nella precedente statistica il contante nel 2020 ha seguito l’andamento dei consumi, crollati a marzo per poi recuperare parzialmente nei mesi successivi, fino a novembre, quando l’introduzione del cashback di stato sui pagamenti elettronici pare abbia inciso sulla frenata dell’uso del contante.

In termini assoluti il livello di utilizzo del contante nel 2021 ha tracciato una ripresa quasi continua da gennaio a dicembre, recuperando quasi completamente i livelli del 2019: a gennaio la differenza negativa era del 37,55%, mentre novembre registriamo una differenza del 4,8% rispetto a due anni prima.

Anche quest’anno proviamo ad usare come termine di paragone l’indice di spesa di ConfCommercio (ICC) per verificare la propensione all’uso del contante degli italiani nell’ultimo anno. In termini percentuali rispetto alla normalità del 2019 sia il livello di contante che le spese domestiche hanno mostrato una ripresa, ma le curve sono solo in parte sovrapponibili: se nella prima parte dell’anno l’andamento è molto simile, con il contante che recupera mese dopo mese più terreno rispetto all’indice di spesa di ConfCommercio, il contante nel secondo semestre vede un consistente calo percentuale a luglio e a ottobre non riscontrato nell’indice dei consumi, tale calo apparente in realtà è ascrivibile a due picchi di utilizzo del contante nel 2019 e non ad un calo assoluto del contante nel 2021.

L’anno si chiude con il livello del contante che si riallinea alla spesa domestica, chiudendo il divario percentuale di quasi 20 punti percentuali che si era registrato a gennaio.

Questo dato suggerisce che l’attitudine all’uso del contante si è temporaneamente modificata per tutto il tempo della pandemia, ma è ormai tornata ai livelli precedenti. Questa conclusione sembra rispondere all’interrogativo sull’effetto dell’introduzione del cashback di stato a fine 2020 (poi definitivamente abrogato a fine giugno 2021): come abbiamo visto nell’analisi precedente l’effetto c’è stato, ma è stato transitorio e non permanente.

Fonti

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